sabato 30 agosto 2014

Minerogenesi

La minerogenesi è il processo che porta alla formazione dei minerali. Essi sono il risultato di una serie di trasformazioni fisiche e chimiche che si sono verificate nel corso delle varie ere geologiche e che si verificano tuttora. Il tempo occorrente può variare enormemente, da pochi secondi a migliaia di anni.
La formazione può avvenire in tre ambiti geologici diversi: magmatico, sedimentario e metamorfico.
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    In ambito magmatico i minerali possono cristallizzare in profondità o in superficie, oppure all'interno di vene (pegmatiti) o deposizione pneumatolitica o idrotermale. La formazione dei minerali per minerogenesi magmatica, avviene a partire dal magma
    che si trova generalmente a grandi profondità, ad oltre 20 km e ricco di elementi come silicio, alluminio, calcio, magnesio, sodio, ferro. L'ordine di cristallizzazione dipende da quattro fattori: temperatura, pressione, composizione relativa e gas disciolti. Il magma può avere differenti composizioni e contiene disciolti alcuni gas, il raffreddamento può avvenire a differenti velocità e profondità (quindi differenti pressioni) e questo porta alla formazione di minerali diversi. Esistono tre periodi di formazione:
    Nel primo periodo la temperatura si aggira intorno ai 1300° e i minerali che si formano in questa fase sono quasi tutti silicati. In questo periodo si formano alcuni giacimenti speciali come i giacimenti di magnetite.
    Nel secondo periodo, intorno ai 600°, l’azione dei componenti chimici del magma allo stato di vapore diventa prevalente.  In questo periodo si formano berillo, topazio, tormalina, spodumene, miche, fluorite. L’interesse per i minerali che si formano in questa fase dipende non solo dalla loro varietà, ma anche dal fatto che si trovano in cristalli ben sviluppati e di notevoli dimensioni. La giacitura più diffusa è quella dei filoni pegmatitici e delle druse. I primi rappresentano il riempimento di spaccature da parte del magma molto meno denso rispetto a quello del periodo precedente.  Le druse, invece, sono cavità nella roccia le cui pareti sono tappezzate da cristalli analoghi a quelli dei filoni.
    Nel terzo periodo il magma si presenta allo stato liquido con abbondanza di acqua allo stato di vapore e la temperatura è intorno ai 350. La composizione chimica di questa soluzione non è costante perché molti dei cristalli formati precedentemente si sciolgono e tornano in circolo. La soluzione si insinua nelle spaccature della roccia già consolidata e vi deposita le sostanze in essa disciolte. Si formano così i filoni di origine idrotermale ove è possibile trovare adularia, quarzo, opale, calcedonio, calcite, rodocrosite, ematite, pirite, fluorite. In questo periodo è possibile la formazione di giacimenti speciali di oro.
     
  • In ambito sedimentario i minerali si formano per deposizione di molecole derivanti dalla combinazione di ioni disciolti nelle acque o per alterazione di pre-esistenti minerali. I minerali di origine sedimentaria derivano generalmente da processi di erosione ed alterazione chimica di rocce già esistenti. Questi processi sono determinati dai movimenti dell'atmosfera e dell'idrosfera o dall'azione degli organismi viventi.
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  • In ambiente metamorfico si formano per riorganizzazione dei minerali presenti a causa della pressione e della temperatura. La genesi metamorfica dei minerali avviene sotto l'influenza di temperatura, pressione e circolazione dei fluidi sulle rocce tali che esse rimangano allo stato solido. Queste inducono modifiche strutturali, reazioni chimiche e trasformazioni mineralogiche. La genesi metamorfica si suddivide in due tipi principali: metamorfismo termico o di contatto e metamorfismo regionale.
    Il metamorfismo termico avviene per effetto del magma che si insinua tra le rocce circostanti. Le trasformazioni sono notevoli dal momento che le temperature sono comprese tra 600 e 900 °C ma l'estensione è limitata ad una zona denominata aureola di contatto. I minerali che si formano secondo questa modalità sono numerosi, i principali sono: la cordierite, il granato, la sillimanite, la vesuvianite, i minerali del gruppo degli spinelli, la pirite, i minerali della serie dei pirosseni, la zoisite e la tormalina. Il metamorfismo di tipo regionale avviene su aree della crosta terrestre di una certa estensione dove avvengono fenomeni di dislocazione o sprofondamento. In queste aree si registrano gli effetti della pressione e della temperatura che aumentano con la profondità. Esiste una classificazione in base alla profondità: epizona dove la profondità è compresa tra i 5000 e i 7000 m, le temperature si aggirano intorno ai 300 °C e le pressioni, dovute al peso dei sedimenti sovrastanti, sono moderate. I minerali più comuni che si formano in questa zona sono: l'albite, l'ematite, l'epidoto, la titanite ed i minerali con struttura fibrosa e lamellare come la sericite, la tremolite, la clorite, l'illite ed il serpentino. La mesozona dove la  profondità è compresa tra i 7000 e i 12000 m, le temperature salgono fino a circa 400 °C e la pressione, sempre determinata dal peso dei sedimenti, aumenta. I minerali più comuni sono: l'almandino, la biotite, la cianite, l'epidoto, il microclino, l'orneblenda i plagioclasi sodico-calcici e la staurolite.  La catazona dove la profondità è compresa fra i 12000 e i 20000 m ed oltre, la temperatura è intorno ai 600 °C e la pressione è elevata e di tipo idrostatico. In questa zona si rinvengono la biotite, la cordierite, la grafite, i granati, l'olivina, l'ortoclasio, i pirosseni, i plagioclasi e la sillimanite.

 
L'energia in gioco nei processi magmatici e metamorfici è quella endogena terrestre mentre nei processi sedimentari l'energia deriva quasi esclusivamente dall'irraggiamento solare. 
I minerali si possono anche formare per successiva alterazione meccanica e chimica delle rocce già formate: l'alterazione meccanica porta alla frantumazione della roccia e questa disgregazione può prodursi per continue e rapide variazioni di temperatura o per azione del gelo e del disgelo dell'acqua penetrata nelle fessure delle rocce perchè l'acqua gelando si dilata o per lo sfregamento dei materiali trascinati dal vento o dalle acque. Anche le radici delle piante, crescendo nelle fessure delle rocce, contribuiscono a frammentarle.
La diagenesi, insieme delle modificazioni che subiscono i sedimenti alla superficie terrestre, è importante nel processo di minerogenesi  perchè le sostanze disciolte e depositate danno luogo a concrezioni notevoli per la forma dei cristalli.
Quando, per evaporazione del solvente o per diminuzione della temperatura, le sostanze disciolte precipitano il deposito avviene intorno al nucleo dei granuli maggiori che non possono essere completamente disciolti. In questo modo il numero dei granuli diminuisce ma aumenta la loro dimensione e ne consegue la cementazione del sedimento perchè la nuova sostanza deposta agisce da legante fra i granuli.
Talora la sostanza cementante non proviene dal sedimento stesso ma viene introdotta nella roccia da acque di infiltrazione. Le sostanze cementanti più comuni sono calcite, gesso, silice, argilla.
 
 

 

 




     

    Come attivare la propria pietra

    Volendo avere sempre accanto a sé la propria pietra la si può indossare incastonata in un anello o in un bracciale o portarla nella borsa o in una tasca. Importante è che sia all’interno della nostra aura,  quell’alone di luce che circonda il corpo fin dalla nascita, invisibile ad occhio nudo, ma visibile mediante la"foto Kirlian" e realizzata con strumenti di grande precisione. Alcuni  parlano di un campo magnetico che ci circonda, altri considerano l’aura come prodotto di cinque componenti: il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo emozionale depositario degli stati di animo, il corpo mentale e il corpo spirituale. Questa aura assume continuamente forme e colori diversi perché rispecchia le varie trasformazioni psicofisiche che sono in continua evoluzione.

    Se vogliamo utilizzare le pietre per riequilibrare i diversi chakra è necessario seguire alcune norme fondamentali:
    • PURIFICAZIONE. È di grandissima importanza purificare i cristalli prima di indossarli, liberandoli di tutte le energie che hanno assorbito sulla loro strada e che potrebbero essere anche energie negative. Per purificarli basta lasciarli immersi, per qualche giorno, in acqua e sale in un recipiente di vetro, possibilmente nuovo, dopo di che bisogna toglierle dall'acqua e asciugarle attentamente con un panno pulito che non rilasci frammenti di fibre. Alternativamente si possono ricoprire di argilla pura.
      È anche necessario continuare a purificare, di tanto in tanto, le proprie pietre dalle nostre stesse energie e dalle energie di estranei che possono averle maneggiate, tenendole per qualche minuto sotto un getto di acqua fredda visualizzando una cascata di acqua e ricaricarle poi lasciandole asciugare al sole.
    • ATTIVAZIONE.  Il potere energetico di un cristallo si può attivare mediante il pensiero. Per attivarlo è sufficiente prendere il cristallo, precedentemente purificato, e stringerlo fra le mani, accostandolo al cuore e inviandogli una richiesta specifica di aiuto con un pensiero intenso, ma espresso in modo semplice e chiaro. Una volta che il cristallo è stato programmato per uno scopo specifico, è bene non usarlo per motivi diversi.

    • RICARICA. Dopo essere stato usato per alcuni giorni il cristallo deve essere ripurificato e ricaricato. È buona norma esporlo per alcune ore al sole. Un altro sistema è quello di esporle alla luce della luna piena o in fase crescente.

    Una volta utilizzate le pietre si ripongono in un contenitore di materiale naturale come il vetro, il legno, la porcellana o la ceramica. Non si usano mai contenitori di metallo o di plastica.

    Il rubino: la pietra del successo

    Il rubino è la più nobile varietà monocristallina dell'ossido di alluminio (Al2O3), un minerale noto come corindone, fortemente allocromatico e unica sostanza naturale di durezza 9 nella Scala di Mohs.
    Il rubino grezzo si presenta di colore rosso vivace, dovuto a inclusioni di cromo, ma può assumere varie tonalità di questo colore, che vanno dal rosso più vivo, anche detto "sangue di piccione", al rosato (tipico di rocce metamorfiche generatesi per metamorfismo di contatto di sedimenti alluminiferi e di marmi dolomitici). Data l'elevata durezza, una delle giaciture tipiche è quella secondaria in depositi alluvionali.
    Le sue dimensioni solitamente non sono eccezionali e son molto legate alla trasparenza; per questo si ritengono eccezionali i rubini limpidi che superano i 10 carati. Sempre in base alla qualità, si utilizzano varie tipologie di taglio.
    Il rubino tagliato: le migliori gemme sono solitamente tagliate "a faccette", mentre al decrescere della trasparenza si passa alla forma di "cabochon"; questa modalità di taglio è, inoltre, la migliore per mettere in risalto, laddove presente, il fenomeno dell'asterismo.
    Il rubino è una gemma molto rara e nell'antichità venne spesso confuso con altre gemme di colore rosso, finché i moderni mezzi gemmologici non permisero un'analisi più accurata del tipo di cristallo; anche al giorno d'oggi, sia per la sua limitata produzione, che per la grande bellezza, può capitare che per rubino venga spacciata un'altra gemma, utilizzando altri minerali come lo spinello (Rubino balascio), varietà di granato come l'almandino e il piropo (Rubino di Boemia), lo zircone ed il topazio (Rubino del Brasile) e la tormalina (Rubino di Siberia).
    Famosi sono i giacimenti presenti in Tanzania, Madagascar, Cina, Sri Lanka, Thailandia e Vietnam, tuttavia quelli ritenuti di massimo pregio provengono dalle miniere di Mogok in Birmania. In Italia si trovano piccoli cristalli di 1 mm o 2 mm sul Monte Terminillo.
    Il significato del rubino si lega all’origine del nome, dal latino “rubeus”, rosso, anche se gli antichi lo chiamavano “carbonchio” per la sua somiglianza nel colore ai tizzoni di carbone ardente. Per la tonalità calda e ardente viene identificata come la pietra del Sole, che dona forza, energia e vitalità: un vero amuleto visto che il rubino fin dall’antichità viene assimilato al successo nel campo commerciale e degli affari. È la pietra che dona forza, energia e vitalità, è il talismano adatto per tutti coloro che desiderano arrivare al successo.
    Il colore rosso del rubino è anche visto come segno dell’amore ardente, della passione senza fine: secondo gli Indù ad esempio, il rosso della pietra dipenderebbe dal fuoco continuo che brucia all’interno della gemma.
    È anche considerato emblema di felicità, in grado di riconciliare dalle liti e di proteggere dai pericoli dell’acqua. Secondo le medicine antiche sarebbe anche efficace per la circolazione e per questo un ottimo rimedio contro le emorragie e nei processi infiammatori.
    Le leggende indicano il rubino come talismano in grado di proteggere non solo il suo possessore ma anche i suoi beni come la casa o i campi.
    L’antico significato del rubino come pietra della passione è rimasto fino ai giorni nostri: regalare un rubino è simbolo di un amore ardente, passionale, che brucia in eterno.

    domenica 24 agosto 2014

    I corindoni

    I corindoni sono ossidi di alluminio che appartengono al sistema cristallino trigonale caratterizzati da una durezza pari a 9.  I principali minerali sono il Rubino(rosso), lo Zaffiro (blu, azzurro o zaffiro orientale, giallo o Topazio Orientale, verde o Smeraldo Orientale violetto o Ametista Orientale, rosso carminio o rubino orientale e rosso aurora o giacinto orientale), il Leuco zaffiro (zaffiro incolore), la Padparadscha (arancione)  e l'Asteria. 
    • Rubino: Il nome trae origine dal termine latino rubeus, ossia rosso.
      Gemme di peso superiore ai 5 carati, di un bel colore rosso e lucentezza brillante, possono raggiungere quotazioni notevoli, in quanto sono da considerare tra le gemme più rare. Spesso per i rubini di ottima qualità estratti nella ex Birbania (i più ricercati) viene utilizzata la definizione “rosso sangue di piccione” che, pur non avendo alcun riscontro gemmologico, suscita nel pubblico un notevole fascino e spesso viene citata come massimo punto di riferimento.
      Il colore rosso dipende dalla presenza di cromo trivalente nel sistema cristallino di ossido di alluminio. I principi Indiani erano soliti indossare dei pregiatissimi rubini, che facevano anche incastonare nelle loro armi e persino sui loro troni. Gli Indù ritenevano che il colore rosso dipendesse dal fuoco che bruciava senza fine all’interno di tutti i rubini. 
      I giacimenti più importanti, per bellezza del materiale estratto, si trovano nel Myanmar, nei pressi di Mogok. I depositi della Thailandia producono un quantitativo piuttosto rilevante di rubini, intorno al 70% della produzione mondiale. Una parte decisamente considerevole proviene dalla regione del Chantaburi, a 300 km da Bangkok. Nella zona sud occidentale dello Sry Lanka si estraggono notevoli quantità di corindone, compresi i rubini. Dal Vietnam provengono discreti quantitativi di materiale, estratto nelle province di Yen Bai e di Nghe An. Ulteriori giacimenti sono in : Kenya (Mangari), Malati (Chimwadzulu), Tanzania (Morogoro), Afghanistan (Sorobi) e Brasile (Barra Ingedinho). Ogni giacimento ha caratteristiche interne alla pietra differenti, le inclusioni tipiche interne alla pietra che servono agli esperti per distinguere le gemme naturali dai sintetici.

    • Zaffiro: il nome deriva dal greco sappheiros, ossia “azzurro”; oppure dall’ebraico sappir, ossia “la cosa più bella”. Il colore blu dipende dalla presenza di minime quantità di atomi di ferro e di titanio nel reticolo cristallino dell’ossido di alluminio. La religione cristiana ritiene che questa gemma abbia un notevole valore spirituale, in quanto il suo colore corrisponde a quello del mantello della Madonna nelle sue rappresentazioni pittoriche più allegoriche. Infatti Papa Innocenzo III indicò lo zaffiro come gemme da incastonare nell’anello pastorale. Invece secondo il pensiero buddista, lo zaffiro invita alla preghiera e pertanto conduce alla elevazione dello spirito. I giacimenti di maggiore importanza da cui si estraggono gli zaffiri si trovano: a Myanmar, nei pressi di Mogok; in Thailandia, maggiormente nella zona di Battambang e nella provincia di Kanchanaburi; in Cambogia, a Pailin; nello Sry Lanka, nella parte sud occidentale. In Australia, nel Queensland, si è estratta una notevole quantità di materiale blu scuro, quasi inchiostrato, con risultati piuttosto limitati.

    • Leucozaffiro: nella sua struttura cristallina non interviene l'effetto colorante di elementi estranei ad opera di elementi come il ferro, l'alluminio o il cromo. Considerato per anni di scarso valore ed usato nell’industria, questo corindone sta riguadagnando prestigio tra i collezionisti ed appassionati a causa della sua rarità.

    • Padparadscha: è una varietà dal colore dal giallo-rosa o aranciato del corindone. Il nome deriva ddal sanscrito"padma raga" (padma = loto; raga = colore) e allude al colore simile al fior di loto. Il padparadscha è molto raro in natura e viene anche prodotto sinteticamente.

    • Asteria: varietà di corindone che mostra una luminescenza stellare interna se si guarda il cristallo nella direzione dell'asse verticale.

    I berilli

    I berilli sono ossidi di berillio appartenenti al sistema cristallino esagonale e con durezza propria di 7.5-8. I primcipali minerali sono lo Smeraldo (verde), l'Acquamarina (celeste), la Morganite (rosa), il Bixbiit (rosso), l'Eliodoro (giallo oro), la Goshenite (incolore), il Berillo verde e la Maxixe (blu intenso)
    • Smeraldo
      Il nome deriva dal greco smaragdos, ossia “pietra verde”. Il termine greco a sua volta potrebbe derivare dal persiano o dall’indiano antico, e far riferimento alle pietre di colore verde in genere. Oggi la definizione “verde smeraldo” è entrata nell’uso comune per indicare una particolare tonalità di verde, che non ha alcun altro termine di confronto.
      Il colore verde dipende dalla presenza di atomi di cromo – trivalente e talvolta di vanadio nel reticolo cristallino.
      Lo smeraldo era già conosciuto 4000 anni prima di Cristo, da quanto è dato sapere dalle notizie raccolte sul commercio delle gemme a Babilonia.
      Le prime miniere di cui si è a conoscenza sono quelle situate presso il mar Rosso e storicamente indicate come le “miniere della regina Cleopatra”. Da qui dovevano provenire gli smeraldi trovati nel sarcofago del re Sesostri. Dopo la scoperta dell’America, Hernàn Cortès portò alla corte di Carlo V dei preziosi esemplari, tra i quali alcuni scolpiti dagli aztechi.
      Sicuramente i giacimenti maggiormente conosciuti sono quelli colombiani; infatti nel commercio – a vari livelli – quando si vuole evidenziare il colore verde di uno smeraldo, si qualifica semplicemente la pietra definendola “smeraldo colombia”.  Giacimenti: sicuramente i giacimenti più importanti, per bellezza del materiale estratto, si trovano in Colombia. Vanno ricordate le miniere di Muzo e di Cosquèz (nella zona occidentale). Gli altri grandi produttori di smeraldi sono: il Brasile, Zambia e Zimbawe.

     

    • Acquamarina: è facile intuire che il nome derivi dal colore di questo minerale che ricorda l’acqua del mare. Il colore dipende da atomi di ferro – trivalente – nel reticolo cristallino.
      Plinio il Vecchio suggeriva di immergere l’acquamarina nell’acqua del mare: in questo modo si classificavano come pietre di buona qualità solo quelle che si confondevano con l’acqua. Giacimenti: di importanza rilevante sono i depositi del Brasile, localizzati negli Stati di Minas Gerais, Alagoas, Cearà, Espirito Santo, Paraiba, Rio Grande do Norte. Altri depositi si trovano nella zona montagnosa del Madagascar. I giacimenti Russi negli Uraliae in Tranbaikalia. Di minore importanza sono i giacimenti in Argentina, Australia, Myanmar, Monzambico,Nabimia, Norvegia, Sri Lanka, Stati Uniti (California, Connecticut, Maine), Tanzania e Zimbawe.

     

    • Morganite: di colore rosa , il nome venne introdotto dal mineralista G.F. Kunz in omaggio al noto collezionista J.P. Morgan. Giacimenti: Brasile, Madagascar e Stati Uniti(California).

     

    • Eliodoro: di colore giallo , in varie tonalità. Il termine Eliodoro deriva dal greco èlios e dòron, ossia “dono del sole”. Giacimenti: Brasile, Madagascar, Monzambico, Namibia e Stati Uniti (Connecticut).

     

    • Bixbiit: di colore rosso, molto raro, in particolare il materiale adatto ad essere sfaccettato. Il nome Bixbiit, attribuito daEppler, dovrebbe derivare dal fatto che spesso si trova associato ai cristalli neri di bisbyite. Giacimenti: Russia (Urali) e principalmente Stati Uniti (Utah, California).

     

    • Goshenite: incolore, il nome goshenite deriva da Goshen, luogo di maggiore estrazione di questa varietà.Il berillo perfettamente incolore risulta piuttosto raro. Giacimenti: Russia (Urali) e principalmente negli Stati Uniti (Massachusetts).

     

    • Granato: questo termine in realtà indica un gruppo di minerali nesosilicato, che pur avendo una parte della composizione chimica differente, presentano analogie strutturali in quanto appartengono tutti allo stesso sistema cristallino. Il nome deriva dal latino granatum, ossia “melagrana”, allude al colore rosso evidenziato da alcune varietà di granati e forse anche dalla forma arrotondata dei cristalli. I granati erano già utilizzati migliaia di anni fa; infatti gioielli con incastonate queste gemme sono stati ritrovati sulle mummie dell’antico Egitto.
      Le varietà dei granati possono essenzialmente ricondotte a due sottogruppi:
      1. Piralspite
        comprende: piropo, almandino, spessartite
      2. Ungrandite
        comprende: uvavorite, grossularia, andradite.


    Zaffiro: dal cristallo al gioiello

    Cristallo di zaffiro su roccia madre


    Zaffiri burattati per cristalloterapia


    Anello con zaffiro

















    Zaffiri celebri:  uno zaffiro storico è quello, di 133 carati, appartenuto ai reali di Francia e attualmente conservato al Museo Mineralogico di Parigi. Invece al Museo del Cremlino a Mosca, si trova uno zaffiro di un colore blu brillante di 258,8 carati. Zaffiri importanti sono quelli denominati di St. Edward e di Stuart ( detto anche di Carlo II ). Va ancora ricordato lo zaffiro di 2302 carati su cui è stata scolpita l’effige di Abramo Lincoln, ad opera di Norman Maness. In tempi abbastanza recenti, ad un’asta di Christie’s, è stato offerto uno zaffiro di 337,66 carati. Questa gemma è stata estratta nello Sry Lanka ed è stata montata nel 1910 da Cartier & Arpels con 20 diamanti del peso complessivo di 24 carati circa.

    Rubino: dal cristallo al gioiello

    Rubino grezzo su roccia madre




    Pietre burattate per cristalloterapia

    Anello con rubino























    Rubini celebri: il rubino più grande 400 carati è stato trovato in Birmania e da questo grezzo sono stati ottenuti tre pezzi: Edwardes Ruby 167 carati , si trova al Museum of Natural History di Londra; Peace Ruby 43 carati, deve il suo nome al fatto di essere stato rinvenuto nel 1919 alla fine della I Guerra Mondiale; Chatrapati Manick Ruby, di circa 40 carati. Il rubino posto sulla corona di Carlo IV (1346) di ben 250 carati è attualmente a Praga. Presso il Museo Narodni di Praga si trova un rubino di provenienza birmana di 27,11 carati.

    I segni zodiacali e i cristalli - Segni d'acqua



    



















    Cancro: Il pianeta dominante è la Luna, il colore è il bianco e la qualità è cardinale. 
    Pietra portafortuna: la perla. 
    Metallo: l'argento che richiama il colore dei raggi lunari. 
    Giorno favorevole: il Lunedì. 
    Si caratterizza per la sensibilità, l’emotività, il senso di protezione e la mutevolezza d’umore. Quando l’influsso della Luna è eccessivo, può essere ipersensibile e altamente emotivo; quando la Luna è afflitta, può esserci una chiusura eccessiva ed una forte introversione. 
     
    
    
    
     
     
    Scorpione: il pianeta dominante è Marte, il colore è il viola e la qualità è fissa. Pietra portafortuna: il rubino. Metallo: il Ferro. Giorno Favorevole: il Martedì. Lo Scorpione si caratterizza per la passionalità, l’intensità dei sentimenti, il coraggio e il senso di mistero. Tende all’irascibilità e a una certa esuberanza caratteriale
     
     
     
    
     




    Pesci: i pianeti dominanti sono Giove e Nettuno, il colore è il verde mare o il turchese e la qualità è mutevole
    Pietra portafortuna: l' acquamarina 
    Metallo: lo stagno. 
    Giorno favorevole: il Giovedì. 
    I Pesci si distinguono per la forte emotività, la sensibilità, la capacità empatica e il senso di compassione. Quando l’energia di Nettuno è in eccesso si può avere una tendenza ad evadere la realtà e a sognare ad occhi aperti; se Nettuno è afflitto può esserci una mancanza di ideali e una tendenza al vittimismo. 

    
    

    
    


    















     

























    I segni zodiacali e i cristalli - Segni d'aria




    Gemelli: il pianeta è Mercurio, il colore è il giallo e la qualità è mutevole. 
    Pietra porta fortuna: Topazio o agata. 
    Metallo: il Mercurio, simile ai Gemelli, fluido e vivace.
    Giorno favorevole: il Mercoledì, perché legato a Mercurio. 
    Sono noti per la loro curiosità, per l’intelligenza vivace e la comunicatività, la destrezza e la flessibilità. Un’energia mercuriale in eccesso dà una natura irrequieta e un po’ dispersiva e una certa tendenza al calcolo personale; un Mercurio afflitto dà difficoltà di concentrazione e poca comunicatività e superficialità.
     
    Bilancia; il pianeta è Venere, il colore è  il verde la qualità cardinale. 
    Pietra porta fortuna: Quarzo Rosa. 
    Metallo: l'argento e il rame due metalli che aiutano ad essere più sereni e salvano dalla solitudine. 
    Giorno favorevole: il Venerdì. 
    La Bilancia si caratterizza per il senso dell’armonia, l’amabilità e la diplomazia. Quando la Venere bilancina è in eccesso può esserci una certa dose di frivolezza e superficialità; quando è in difetto prevale l’indecisione e una tendenza al lasciar vivere.




















    Acquario: il pianeta è Urano, il colore è  il blu, perché rappresenta la spiritualità di questo segno e la qualità è fissa. 
    Pietra portafortuna: lo zaffiro. 
    Metallo: lo zinco o l'argento. 
    Giorno favorevole: il sabato, il giorno di Saturno.
    Si distingue per il senso umanitario, l’originalità, l’indipendenza. Se l’energia di Urano è in eccesso ci può essere una tendenza all’eccentricità, un’insofferenza verso i legami e i cambiamenti improvvisi; quando Urano è afflitto, può esserci una resistenza al cambiamento e una certa instabilità nervosa.